Sono due, fra i tanti altri, i motivi principali per cui si sceglie di trascorrere del tempo a Cascia. Le migliaia di pellegrini, che ogni anno giungono da tutta Italia e da tutto il mondo, arrivano a Cascia con la speranza di trovare conforto alle ansie di tutti i giorni o alle difficoltà che la vita può riservare. E proprio in questa speranza consiste il vero miracolo di Santa Rita. Ma nella piccola cittadina umbra, vi giunge anche chi vuole respirare aria sana, passeggiare tra splendidi panorami di montagna e, allo stesso tempo, godere di un’ospitalità all’avanguardia. Dalla semplicità del Convento delle Suore Agostiniane e dalla grande organizzazione della rete turistica casciana nasce, infatti, uno stile dell’accoglienza e dell’ospitalità assolutamente esclusivo. La storia di Cascia è una storia millenaria. I suoi segni sono ancora impressi nel suo territorio, sottolineati da reperti archeologici, testimonianze epigrafiche, documenti d’archivio, monumenti ed oggetti di valore storico-artistico. La storia di Cascia è condizionata naturalmente da una data: il 1381, anno in cui a Roccaporena, un piccolo borgo, nasce Margherita Lotti, conosciuta in tutto il mondo come Santa Rita. Ogni anno Cascia ricorda la presenza della Santa: decine di migliaia di fiaccole si illuminano nella notte tra il 21 ed il 22 maggio. Il 22 maggio la rosa, fiore simbolo di Rita e della festa a lei dedicata, diviene il filo conduttore di una rievocazione storica che si snoda da Roccaporena a Cascia con quadri viventi e poi fino al Monastero, ove tuttora vige la clausura e dove le consorelle di Rita conservano gelosamente le spoglie mortali della Santa. L’origine di Cascia risalgono a qualche secolo prima della fondazione di Roma, nel periodo in cui questo territorio era abitato da popolazioni italiche dedite per lo più alla pastorizia e che, seguendo le antiche vie della transumanza, vennero in contatto, ed in parte contribuirono, alla formazione della nascente civiltà romana. La presenza di importanti Magistrature, documentate dalle epigrafi, dimostrano come Cascia fosse un centro di rilievo in età romana. L’Imperatore Vespasiano aveva origini proprio da questo territorio. A testimonianza dell’importanza rivestita in quel periodo rimangono ancora oggi segni evidenti. Fra tutti spiccano i resti del tempio di Villa San Silvestro, del II secolo a.C. Nel 553 d.C., quando l’area fu conquistata dall’esercito bizantino guidato da Narsete, per la prima volta compare nei documenti una località denominata Cassia. Con il passare dei secoli, Cascia viene inglobata del Ducato longobardo di Spoleto e vi rimane fino al XII secolo quando diventa un libero Comune. Cascia vive, poi, una splendida epoca comunale: è protagonista delle vicende turbolente di guelfi e ghibellini che animano gran parte della lotta politica nel territorio umbro. Lo splendore del Medioevo si prolunga nel XVI e nel XVII secolo. La sistemazione geografica della città, proprio a ridosso del potente Regno di Napoli, fa di Cascia un caposaldo dello Stato della Chiesa, irrequieto presidio fino al 1860, anno della sua annessione al Regno d’Italia. Camminando per le piccole vie della cittadina umbra si possono ammirare molti e importanti edifici. Oltre al Santuario ed al Monastero di Santa Rita, ecco Palazzo Carli, sede della Biblioteca dell’Archivio Storico e degli Uffici Culturali, antica residenza nobiliare di proprietà comunale. È un edificio cinquecentesco internamente decorato con pitture ad olio e a tempera del XVII secolo, raffiguranti finti drappi alle pareti e personaggi e paesaggi mitologici. C’è poi Palazzo Santi, sede del Museo comunale. Vi sono conservati interessanti reperti archeologici risalenti all’VIII secolo a.C. Al primo piano si trova la pinacoteca, con il meglio della pittura della zona, dal secolo XVI al secolo XVII. Ancora: la chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita verso la fine del XIV secolo, probabilmente su un antico insediamento di celle monastiche benedettine. In seguito ai terremoti del 1559 e del 1703 ha subito una profonda trasformazione, ad eccezione del presbiterio e del coro delle monache. L’annesso Convento, abitato dalle religiose fino agli inizi del ‘900, è ora un ostello della gioventù. All’interno della chiesa sono conservati gli affreschi con le storie di Sant’Antonio, attribuite al Maestro della Dormitio, tipico esempio della pittura umbra tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. Splendida la Chiesa di San Francesco: l’edificio gotico, costruito nella prima metà del XV secolo come ampliamento di una chiesa romanica già esistente insieme all’annesso Convento, fu smantellato in epoca moderna. La facciata a due ordini è arricchita da un pregevole rosone e dal bel portale ogivale. Nella lunetta c’è un affresco quattrocentesco che rappresenta la Madonna col Bambino tra i SS. Francesco e Chiara. L’interno, a croce latina, conserva numerosi decori e pitture, tra cui la Vergine con il Bambino, attribuita ad artisti senesi. Spicca, al suo interno, la grandiosa macchina d’altare con dipinti del Pomarancio. Meraviglioso il coro trecentesco in legno. La Collegiata di Santa Maria, esistente dall’856, custodisce uno dei due leoni in pietra (l’altro è collocato in una vicina fontana). Al suo interno affreschi di Nicolò da Siena: la Crocefissione, la Deposizione e la Natività. La chiesa di Sant’Agostino, che con l’annesso Convento sovrastano la città, in felice posizione panoramica. Sembra esistesse già dall’XI secolo. L’edificio attuale risale alla seconda metà del XIV secolo. Realizzato in grandi blocchi squadrati di pietra, presenta una facciata ravvivata da un portale gotico nella cui lunetta si trova un affresco quattrocentesco di scuola umbra che rappresenta la Vergine col Bambino. L’interno, a navata unica, conserva alcuni affreschi del XV secolo.